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Comete
Bimestrale on line
Reg. Tribunale di Vicenza n. 1165 del 18 dicembre 2007
Editor e direttore responsabile Bianca Nardon
Redazione STEP Srl Contrà Porti, 3 Vicenza


Anno III n. 7 Agosto 2009

Incontro con Marco Moro

Direttore editoriale di Edizioni Ambiente
www.edizioniambiente.it


Come è nata la scelta di una casa editrice sui temi ambientali?
Siamo nati da un editore preesistente, Arcadia, che si occupava di temi vari. Nei primi anni novanta pubblicava anche manuali e guide per enti e associazioni ambientaliste, ad es. il WWF. Si è poi scelto di puntare su questo specifico settore e sono nate le Edizioni Ambiente.

Si è trattato solo di una scelta di mercato o anche di sensibilità culturale?
Entrambe. Sapevamo che sulle tematiche ambientali si sarebbe concentrata sempre più l'attenzione, quindi il settore risultava uno dei più promettenti, e allo stesso tempo il gruppo originario della casa editrice condivideva una storia e una sensibilità comuni legati a questi temi.

Con la collana Verde Nero, una serie di noir sull'ecomafia, Edizioni Ambiente ha scelto di raccontare, attraverso un preciso genere letterario, i problemi ambientali italiani.
Precedentemente ci occupavamo già della pubblicazione del rapporto annuale sull'ecomafia redatto da Legambiente. Il documento viene elaborato dall'associazione con la collaborazione delle forze dell'ordine e viene utilizzato da quest'ultime per il loro lavoro. E' una grande raccolta di informazioni su temi che riguardano tutti, molto vicini alla quotidianità e alla vita delle persone, dal traffico illecito di rifiuti all'abusivismo edilizio e altro. Il materiale è risultato adatto per storie di genere noir e abbiamo quindi chiesto a scrittori di genere di ricavarne dei testi. Il progetto è partito nel 2007 ed è stato presentato al Salone del Libro di Torino di quell'anno. Ha raggiunto il suo obiettivo, contribuendo ad aumentare l'interesse per i temi di ecomafia e i libri stanno vendendo bene.

Che tipo di risultati dà, dal punto di vista letterario, questo tipo di produzione narrativa su commissione?
Ogni autore ha risposto secondo il proprio stile e l'attitudine personale, reinterpretando il tema secondo registri narrativi diversi. Un'operazione del genere va necessariamente valutata anche secondo questo criterio.
Dall'insieme delle pubblicazioni esce un quadro di lettura del paese terrificante, ma vero. La correttezza dei contenuti informativi è garantita dal contributo di Legambiente. Il pubblico pare apprezzare molto la parte inserita a fine libro intitolata "I fatti", dove si riportano dati e informazioni. Per quel che riguarda il format, ci dobbiamo confrontare con l'unità di lettura con cui sono in grado di rapportarsi le persone, che è sempre di più il libro breve. L'unità - di lettura, di informazione - breve è frutto di anni e anni di prevalenza della televisione sugli altri media. All'inizio abbiamo quindi dato un limite di lunghezza ai nostri scrittori. Molti degli autori hanno accettato per la loro convinzione politica e nella consapevolezza che il noir nel nostro paese ormai sostituisce le inchieste.

Quali sono i libri della collana che hanno avuto più successo?
Le vendite rispecchiano il "peso" dei diversi autori. Questo significa che molti erano già lettori affezionati, ad esempio, di Carlo Lucarelli o di Massimo Carlotto, e sono arrivati a noi attraverso una passione predefinita per il genere noir e per un determinato autore. I titoli più forti hanno venduto parecchie migliaia di copie. Una considerazione particolare va fatta su Massimo Carlotto: l'origine stessa della collana Verde Nero è stata in parte ispirata dalla lettura del suo libro NordEst. In quel romanzo si parla di smaltimento di rifiuti tossico nocivi e leggendolo ho avuto la conferma che si poteva parlare di ambiente attraverso la narrativa. Inoltre non dimentichiamo che proprio il Nord Est è in molti casi il territorio dove risiede la clientela dell'ecomafioso.
Un grande successo ha ottenuto anche il libro di Licia Troisi, scrittrice fantasy, quindi di altro genere, che evidentemente ha saputo trascinare il suo pubblico anche in questa avventura editoriale.

Il target della collana?
E' un target meno specifico di quello cui si rivolgono la saggistica o i libri tecnici. Abbiamo raggiunto un pubblico più diversificato e allargato di quello che per lavoro o comunque per necessità, si occupa di queste tematiche. E questo era proprio il nostro obiettivo.

Sono previste delle traduzioni e la vendita in altri paesi?
Ci sono contatti in corso promettenti e delle buone possibilità perché ciò avvenga. Ricordiamo che anche dal punto di vista tematico la nostra mafia gestisce reti a livello internazionale e le ambientazioni non sono sempre solo italiane.

Trasposizioni teatrali o cinematografiche?
"Bestie" di Sandrone Dazieri, il primo noir di Verde Nero, andrà in televisione come fiction. Ma prima della TV, il teatro ha già lavorato su alcuni testi della collana. Questo conferma che, laddove il teatro italiano ha dato segni vitalità in anni recenti, lo ha fatto proprio attraverso forme di impegno civico e politico.

Di fronte al vuoto del giornalismo nel nostro paese, chi può svolgere una funzione di mediazione tra informazioni scientifiche e cultura sulle tematiche ambientali? Come interpreta la mancanza di intervento o di incisività di alcune categorie, ad es. i medici? O che ruolo possono giocare i protagonisti dello spettacolo?
Questo è un punto fortemente critico. TV e giornali non sono mediatori di informazione su un tema complesso come quello ambientale. Non sono mirati all'approfondimento. Non a caso sul mercato trovano spazio le nostre pubblicazioni.
Per quel che riguarda altri possibili interventi di sensibilizzazione, si nota una differenza di atteggiamento che varia molto a seconda, ad esempio, della categoria professionale di appartenenza. Prendiamo due casi: architetti e medici. Tra i primi è ormai abbastanza generalizzato l'interesse verso il tema della sostenibilità del costruire, tanto che, di fatto, i progettisti diventano spesso mediatori verso il cliente di contenuti innovativi. Per i medici sembra non essere così. Lo stesso attivismo delle rispettive associazioni e organizzazioni di categoria appare molto diverso. Su troppi temi la categoria dei medici mantiene posizioni assolutamente defilate, come se le tematiche ambientali non fossero di loro competenza. Eppure la percezione di questi professionisti in merito all'impatto del degrado ambientale sulla salute dovrebbe essere la più netta. Sembra che la categoria sia prigioniera di meccanismi "altri", che le impediscono quasi di svolgere interventi sui fenomeni che sono all'origine delle più diffuse patologie contemporanee.
Per quanto riguarda il mondo dello spettacolo, infine, gli esempi di artisti che svolgono forti azioni di sensibilizzazione sugli aspetti più vari delle tematiche ambientali e sociali sono molto numerosi, come accennavo prima a proposito del teatro.

Quanto grave è il ritardo italiano nella diffusione di prodotti culturali adeguati sui temi ambientali?
Siamo indietro. Anche dal punto di vista editoriale nella maggior parte degli altri paesi europei, in particolare quelli nord e centro europei c'è di più. Basti pensare ad esempio alle riviste tedesche sull'ambiente presenti all'ultimo salone di Francoforte. Sono molte e con tagli di approfondimento ben diversi dai nostri, sia dal punto di vista scientifico che politico. Qui non riesce più ad andare in edicola neanche "La Nuova Ecologia", storica rivista di Legambiente, rintracciabile solo in alcune librerie. Il ritardo è addebitabile anche alla pessima storia e al sostanziale tramonto del soggetto politico che altrove rappresenta questi temi, il partito dei Verdi.

La green economy sta influenzando sempre di più i mercati, ma dal punto di vista culturale e intellettuale non si nota una mobilitazione trasversale con una grande identità, neanche a livello internazionale. Perché, secondo lei?
Anche se non si vede, il fenomeno esiste. Ritengo che il Libro di Paul Hawken, "Moltitudine inarrestabile", di cui abbiamo pubblicato la versione italiana, sia un'interessante lettura a questo proposito. Parla di un movimento frammentato, fatto di persone, che non vediamo mai in forma aggregata, ma che esiste. La frammentazione degli interventi e dei diversi modi di essere attivi è proprio ciò che fa in modo che il movimento ci sia. Il tutto si svolge, però, come dice Hawken, al di sotto della portata dei "radar" dell'informazione.

Come valuta il fattore tempo nell'emergenza dei cambiamenti climatici e le potenzialità di intervento correttivo dell'uomo?
Non ci stiamo ancora affrettando abbastanza nei processi di applicazione delle possibili soluzioni. E probabilmente dovremmo farlo. Alcune tra le fonti scientifiche più accreditate dicono che una certa soglia temporale è stata sorpassata e che alcuni cambiamenti sono irreversibili. La discussione è incentrata sui tempi con cui si manifesteranno gli effetti, ma ciò che è certo è che non si riuscirà ad arrestare il processo nemmeno con interventi radicali e tempestivi che, peraltro, non si intravedono all'orizzonte. Gli interventi che possiamo mettere in atto oggi potranno avere dei risultati molto più in là nel tempo. In mezzo sta il prezzo che pagheremo, sia dal punto di vista dei danni concreti all'ambiente e alla nostra salute, sia dal punto di vista economico..

Cosa ne pensa delle soluzioni "brevettate" come ad esempio i prodotti a impatto zero promossi da Lifegate?
E' una meritoria operazione di sensibilizzazione sul tema. Dal punto di vista tecnico sono soluzioni che hanno suscitato qualche discussione. Inquinare nei paesi ricchi e proporre una compensazione con interventi virtuosi in altre parti del mondo è in effetti un meccanismo peraltro previsto dallo stesso Protocollo di Kyoto. Va segnalato che Lifegate ha introdotto una "correzione di rotta" in tal senso: il programma "Impatto zero" oggi infatti prevede anche interventi sul territorio locale, nel Parco del Ticino.

Il libro più gettonato all'ultimo Salone del Libro di Torino è stato "Ritorno alla terra" di Vandana Shiva, un invito a ristabilire una relazione con i cicli biologici dell'agricoltura e con la fertilità del suolo. Un indirizzo indicato anche da Carlo Petrini ed Ermanno Olmi. Cosa pensa delle proposte di tipo così radicale?
Sono molto importanti e creano sensibilizzazione. Anche se le soluzioni proposte non potessero essere applicabili su larga scala, qualcuno le può sempre mettere in pratica. Sono proprio le iniziative come queste o ad esempio come quella degli orti urbani a lasciare un segno nella collettività in cui vengono attuate. Al contrario molti dei progetti emanati dall'alto hanno il grosso limite di avere una durata predeterminata e di non lasciare tracce durature dopo la loro conclusione.

La vocazione di Edizioni Ambiente è anche quella di un soggetto di mobilitazione sui temi ambientali? La sua sede è a Milano, in uno dei territori con l'aria più inquinata del mondo.
Il mercato a cui ci rivolgiamo ha cominciato a dare segni relativamente da poco. Vediamo ora qualche segno di sviluppo che rende sensato il nostro lavoro. Prima, nel '95, era davvero un investimento. Eravamo spinti da motivazioni etiche, politiche e personali. Ogni giorno ci interroghiamo su come fare stare in piedi questa scommessa: far sopravvivere la casa editrice attraverso prodotti che siano davvero utili rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale e giustizia sociale in cui crediamo. E un contributo lo diamo anche qui, dove abbiamo sede, attraverso la nostra intensa attività pubblica con eventi, presentazioni e conferenze stampa.

Nuovi progetti editoriali?
La naturale evoluzione di Verde Nero sono le inchieste sugli scandali ambientali. Siamo partiti con la nuova collana e le prime tre pubblicazioni presentate all'ultima Fiera del Libro di Torino. Stiamo cercando di spingere con il giornalismo di inchiesta, che è il grande assente nei giornali e in televisione. Le prime inchieste pubblicate sono sul traffico di rifiuti internazionale che è all'origine dell'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ("Carte false" a cura di Roberto Scardova), sull'utilizzo dell'uranio impoverito nella guerra dei Balcani ("L'Italia chiamò" di L. Brogioni, A. Miotto e M. Scanni), il terzo è sull'Ilva di Taranto ("La città delle nuvole" di Carlo Vulpio).
Tra settembre e ottobre lanceremo una collana di tascabili sempre sui temi dell'ambiente e della sostenibilità. L'obiettivo è dare indicazioni operative, per stare il più possibile vicini alle azioni e ai temi che possono davvero coinvolgere le persone, anche nel quotidiano.
Per il resto continuiamo la nostra attività più consueta. Oggi lavorano nella casa editrice una trentina di persone. Abbiamo due portali di informazione, uno sull'energia e uno sulla normativa ambientale, organizziamo progetti di formazione e abbiamo una linea di prodotti per professionisti, tecnici e decisori. E' una parte del nostro lavoro che ha forse meno visibilità pubblica, ma è senza dubbio la più consolidata e gode di un notevole e riconosciuto prestigio.




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